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Prima di essere liberati in atmosfera, i fumi generati dalla combustione dei rifiuti devono essere depurati. L’obiettivo è ridurre la concentrazione delle sostanze inquinanti, nel pieno rispetto dei parametri normativi.
Il delicato processo di depurazione si articola in quattro fasi: un primo filtro (detto elettrofiltro) genera un campo elettrostatico che, come una calamita, trattiene al suo interno la polvere, impedendole di uscire.
In un reattore a secco vengono, quindi, immessi bicarbonato di sodio e carbone attivo, che reagiscono con gli altri inquinanti rimasti nei fumi (tra cui metalli, diossine e gas acidi).
Queste sostanze sono quindi trattenute da un secondo filtro (detto filtro a maniche).
Infine, entra in gioco l’ammoniaca che, iniettata in un reattore catalitico, scompone gli ossidi di azoto in azoto molecolare e vapore acqueo, due elementi già presenti in atmosfera e, quindi, innocui per l’ambiente.
Finalmente depurati, i fumi possono essere analizzati dal sistema di monitoraggio delle emissioni per la verifica del rispetto della normativa e – successivamente – fuoriuscire dal camino ad una quota di 120 metri e a una temperatura di circa 120 gradi centigradi.
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