TERMOVALORIZZATORE: QUALIFICA R1 E SATURAZIONE DEL CARICO TERMICO

22 Luglio 2015

Riconosciuto come impianto di recupero energetico, ferma restando la conferma della sua compatibilità ambientale. 

La qualifica R1 rappresenta un riconoscimento importante: è la conferma che il termovalorizzatore di Torino rientra a tutti gli effetti tra gli impianti di recupero che – in linea con la direttiva dell’Unione Europea che propone una gerarchia sulla corretta gestione integrata dei rifiuti – è da preferire rispetto allo smaltimento finale che non valorizza il rifiuto come risorsa.
Tale qualifica – attribuita dalla Città Metropolitana di Torino – deriva dalla misurazione dell’indice di recupero energetico dell’impianto, cioè dalla sua capacità di sfruttare l’energia contenuta nei rifiuti.
La formula di calcolo di tale indice – dettata dalla normativa – a totale riprova della terzietà di questa valutazione, è stata eseguita da un organismo terzo per poi essere sottoposta alla Città Metropolitana di Torino, l’Ente che ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’impianto e che ne ha riconosciuto la validità.
“La qualifica R1 rappresenta un’ulteriore prova” commenta il Presidente di TRM Bruno Torresin “della piena compatibilità e sostenibilità ambientale dell’impianto le cui prestazioni sono pienamente conciliabili con il territorio circostante”. Contestualmente, la Città Metropolitana ha autorizzato il termovalorizzatore alla saturazione del carico termico, ottemperando così all’Articolo 35 del Decreto legge cosiddetto Sblocca Italia.
Pertanto, il riferimento per la gestione dell’impianto non sarà più dato dalla quantità di rifiuti trattati annualmente, bensì dalla massima capacità termica delle caldaie. Questo è stato possibile poiché, nel corso della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, la compatibilità ambientale dell’impianto era già stata verificata – cautelativamente – considerando la saturazione del carico termico.
Con questa decisione l’autorità nazionale si propone di conseguire – per ogni ambito territoriale ottimale – la piena autonomia nella gestione dei rifiuti.