8 Agosto 2017
In merito alla vicenda del ritrovamento di tracce di radioattività nell’impianto del Gerbido, TRM S.p.A. desidera specificare che non ci sono pericoli per la salute pubblica per effetto di emissioni radioattive in atmosfera poiché tracce di radioattività sono state trovate esclusivamente sui residui (in particolare su prodotti sodici residui a valle del filtro a maniche).
Tali polveri vengono inviate alla società Sovay per il recupero e riutilizzo nel ciclo come bicarbonato. Generalmente dopo pochi giorni il livello di radioattività rientra all’interno dei valori ambientali.
La presenza nei rifiuti urbani di tracce di radioattività è cosa frequente e nota alle Autorità di controllo e deriva generalmente da indumenti utilizzati da pazienti che hanno subito terapie oncologiche. Di conseguenza tutti gli impianti di incenerimento sono dotati di un sistema di controllo e di procedure articolate in funzione delle misure rilevate, validate sia dalle Autorità di Controllo sia da un professionista terzo, (Esperto Qualificato di grado 3) iscritto in apposito albo professionale.
I rifiuti in presenza di tracce di radioattività residua vengono individuati e posti in “quarantena” per qualche giorno prima dell’invio ad incenerimento. A tutt’oggi, infatti, non si sono verificati allarmi emessi dagli strumenti di misura della radioattività installati a camino.
A questo proposito, la stessa relazione dell’ARPA – sintetizzata in un comunicato stampa del 21 luglio u.s. e reperibile sul sito web dell’Agenzia – dichiara che “[…] Dal punto di vista dell’impatto ambientale e del rischio radiologico per i lavoratori e la popolazione si può affermare che l’anomalo accumulo di Iodio 131 nel carico di PSR non ha creato particolari problemi. […]”.