27 Maggio 2024
Nella cornice unica del termovalorizzatore, sabato 25 maggio è andato in scena Prometeo, tratto dal Prometeo Incatenato di Eschilo e ripensato in una performance evocativa e site specific a cura della compagnia PoEM.
Un evento che ha visto l’incontro tra arte e tecnologia – in definitiva due facce della stessa medaglia – nel segno del fuoco di Prometeo, il titano che rubò il fuoco agli dei, lo stesso che all’interno dell’impianto brucia i rifiuti e li trasforma in nuova energia.
Prometeo ha donato agli uomini la “téchne”, non soltanto tecnica ma “arte del saper fare”. Nella prima accezione consideriamo la tecnica esclusivamente come qualcosa di meccanico e privo di immaginazione, il contrario dell’arte: in realtà, si tratta di due concetti indissolubilmente connessi, dove fantasia e maestria hanno la stessa radice, con l’una che non può fare a meno dell’altra e insieme si completano.
Proprio TRM è un impianto che, grazie ad una “téchne” d’avanguardia, consente di recuperare l’energia ancora contenuta nei rifiuti, producendo elettricità e calore: dagli scarti che non vengono recuperati dalla raccolta differenziata si genera quindi qualcosa di nuovo. Il termovalorizzatore è quindi a tutti gli effetti il luogo della tecnica, quello in cui il fuoco di Prometeo incontra la materia.
Con la regia di Gabriele Vacis, che ha anche curato l’adattamento dall’originale di Eschilo, gli attori di PoEM hanno messo in scena la tragedia greca utilizzando quale palco il pianale di un bilico, adagiato ai piedi dell’imponente architettura del termovalorizzatore, quale irripetibile sfondo.